Carla Ancona
Chi sono?
Poche note per presentarmi: sono romana, ho quasi 55 anni e sono mamma di due gemelli adolescenti. Sono laureata in Biologia, ho una specializzazione in Statistica Sanitaria e un diploma di Master Internazionale in Valutazione e Gestione delle Tecnologie Sanitarie e Management. Nel (poco) tempo libero collaboro a progetti educativi e didattici all'Esquilino, quartiere multietnico a Roma, con l'Associazione Genitori "Scuola Di Donato", nota nel campo dell'integrazione interculturale e solidale. Runner agonista partecipo, con discreto successo, a gare su tutte le distanze dai 500 m ai 42,2 km, nonostante la pandemia non ho mai smesso di allenarmi, guardo il futuro con ottimismo!
Perché mi candido?
L'epidemiologia italiana è forte e qualificata; lo dimostra il contributo dato dai centri regionali, dai Gruppi di Lavoro AIE e dai singoli studiosi alla produzione di evidenze e al dibattito scientifico che hanno orientato i processi decisionali in tema COVID19 in questo terribile anno di pandemia. Tanto lavoro c'è ancora da fare: è necessario valorizzare il contributo dei soci più giovani, favorendo lo sviluppo delle loro competenze attraverso il confronto e l'integrazione con le precedenti generazioni di epidemiologi italiani; per tale confronto la nostra rivista, Epidemiologia e Prevenzione continuerà a rappresentare uno strumento indispensabile. E ancora, promuovere la nostra capacità di lavorare con approccio multidisciplinare sui protocolli di ricerca e la condivisione dei dati; applicare la cultura, i metodi e gli strumenti dell'epidemiologia per sviluppare collaborazioni multidisciplinari e multi-professionali dal campo della prevenzione e della promozione della salute, all'organizzazione e valutazione dei servizi sanitari. Ho sempre partecipato alle iniziative dell'AIE e sono stata nella Segreteria 2010-2012. Di quella esperienza ricordo con piacere l'iniziativa "Epidemiologia in giro per l'Italia" che mi ha permesso di entrare in contatto con realtà e gruppi di lavoro diversi. Mi piacerebbe che l'AIE mantenesse e sviluppasse un contatto attivo con i gruppi regionali, promuovendo in tal modo lo sviluppo delle competenze epidemiologiche e la produzione di evidenze a supporto dei processi decisionali, con particolare attenzione agli aspetti di appropriatezza, di equità e di sostenibilità dei sistemi sanitari. Insomma, abbiamo bisogno di una Associazione viva e presente nella discussione scientifica e nella promozione di scelte e politiche di Sanità pubblica che tengano conto delle evidenze disponibili.
Il mio lavoro?
Da sempre al Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio. Nei miei primi dieci anni di lavoro ho lavorato dapprima sui sistemi informativi delle malattie infettive e della mortalità della mia regione, e successivamente mi sono occupata di epidemiologia valutativa, partecipando ai primi lavori sulla valutazione di efficacia delle cure ospedaliere in Italia. Dal 2005 mi occupo di epidemiologia ambientale, partecipando a ricerche nazionali ed internazionali sugli effetti dell'inquinamento atmosferico e acustico, dei rifiuti e dei siti contaminati e, più di recente sui temi dell'ambiente urbano e della mobilità sostenibile. Sono coordinatrice della Rete Italiana Ambiente e Salute, un progetto CCM che lavora per costruire ponti tra le strutture del SSN e le Agenzie dell'Ambiente su temi che riguardano il binomio ambiente e salute. Mi appassiona molto la formazione e partecipo volentieri ad incontri con studenti, cittadini e decisori in contesti, a volte conflittuali, dove la comunicazione dei risultati dei progetti di ricerca e le competenze epidemiologiche vengono messe a dura prova.
Dichiarazione conflitti di interesseDownload