Pubblicato il 01/02/2021

Finalmente, a livello nazionale, l'indice Rt è sceso sotto il valore 1.  Il Governo ha quindi firmato un decreto con cui assegna il colore giallo a 16 Regioni e l'arancione alle altre 5, sulla base dell' algoritmo che determina i colori utilizzando 21 indicatori.

Tuttavia i dati pubblicati giornalmente sul sito della Protezione Civile sembrano disegnare un altro quadro.

Se, invece dell'indice Rt, si prendesse in considerazione l'indice RDt, utilizzato in Germania dall'Istituto Robert Koch (che lo chiama reproduction number), calcolato sui dati dei nuovi positivi, avremmo potuto verificare che, nello stesso giorno in cui è stato firmato il nuovo decreto, il valore è tornato sopra l'unità, dopo 13 giorni in cui era stato costantemente al di sotto.

Sia l'incidenza media giornaliera dell'ultima settimana (24-30 gennaio) sia il rapporto tra questa e l'incidenza della settimana precedente, cioè l'indice denominato RDt, non sembrano concordare con le decisioni del Governo. (I colori dei grafici corrispondono ai colori assegnati dal Governo alle Regioni).

Tredici Regioni hanno questo indice di replicazione diagnostica superiore ad uno e quasi tutte le rimanenti, tranne Valle d'Aosta e Sicilia, lo hanno comunque in crescita.

In questo momento in cui l'andamento dell'epidemia sembra contenuto ma, contemporaneamente, si manifestano i primi segnali di una nuova crescita dei contagi, preoccupa una decisione che potrebbe dare alla popolazione l'ennesima falsa impressione che tutto sta finendo.

Le evidenze sulla efficacia dei diversi scenari restrittivi nel contenimento dell'epidemia devono, a nostro avviso, indurre a confrontare vari indici per verificare se tutti danno la stessa indicazione, approfondire le motivazioni di un'eventuale discordanza, adottando comunque decisioni improntate alla massima cautela, per evitare una nuova ripresa dei contagi.

Pe questo motivo l'Associazione Italiana di Epidemiologia, nel ribadire la stima per il lavoro faticoso e approfondito della Cabina di Regia, dell'ISS e del CTS, propone l'avvio di un confronto sugli indicatori di monitoraggio e sul loro peso per orientare le decisioni, a cui l'epidemiologia può offrire un contributo costruttivo.

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